9 – 30 aprile 2022
Dipingere, per Elio Bona, è sempre stata un’urgenza, non relegata a una sola tecnica. L’acquerello, però, rappresenta la più utilizzata. Le sue caratteristiche lo rendono “difficile” perché non ammette ripensamenti, tuttavia questa sua qualità peculiare, invece di aumentarne il valore, è spesso assimilata al concetto riduttivo di esecuzione veloce, adatta al massimo per studi o bozzetti mentre, per l’artista, è una tecnica non solo completa ma anche esaltante: casomai, infatti, costringe a pensare prima o a essere in uno stato di grazia tale da non necessitare ripensamento alcuno. Il colore è dato una sola volta, annacquandolo, caricandolo o modificandolo man mano che il pennello va riempiendo gli spazi individuati da un accenno di matita; controllando, quindi, che asciughi, addensandosi in alcune zone piuttosto che in altre, che si stenda uniforme o che si arricchisca di sfumature diverse.
“I miei acquerelli sono tutti eseguiti dal vero non per rappresentarlo, non per descriverlo e nemmeno per suggerirlo, ma solo per esprimere il desiderio che ogni luogo, ogni particolare raffigurato sia come viene rappresentato, e tale rimanga per sempre, e che la somma dei miei luoghi e di quei particolari diventi il mondo”.
La mostra vuole omaggiare la carriera di Elio Bona attraverso numerose opere che ne testimoniano il lungo ed eterogeneo percorso artistico: dagli anni ‘60 ai 2000, dal paesaggio all’architettura, dalla figura umana ai suoi caratteristici acquerelli che raccontano colorate e oniriche scene di fantasia.
Una mostra per celebrare un uomo che ha lasciato certamente il segno nella storia di Robecchetto con Induno e dei comuni limitrofi, così come nel ricordo delle persone che, negli anni, hanno potuto conoscere ed apprezzare Elio come architetto, artista e, soprattutto, come amico.